Biennale di Venezia: l’analisi di Enrico Baj nel 1995, da Nuova Meta

La Biennale di Venezia agli esordi
Biennale di Venezia: l’analisi di Enrico Baj nel 1995, da Nuova Meta – Rivista di critica delle arti fondata da Piero Maffessoli e diretta da Claudio Cerritelli. La rivista è online a questo >LINK dove il nuovo numero della prende progressivamente corpo e potete consultare le Copertine, i Sommari e gli Editoriali di tutte le pubblicazioni della nuova serie di Meta che – dal 1994 – per la direzione di Claudio Cerritelli, si chiama Nuova Meta.

Enrico Baj, Donna Seduta, 1969 – courtesy Fondazione Marconi
Il testo di Enrico Baj – del quale citiamo uno stralcio – si intitola “Biennale di Venezia: un panorama non certo eccitante“.
La Biennale è quella di sempre. È cominciata nel 1895 con le raccomandazioni: D’Annunzio che raccomanda il suo amico Michetti e gli fa vincere il premio. Ora continua con le protezioni e i favoritismi di questo o quel personaggio influente. Solo così si spiega che due pittori siano riusciti a farsi invitare poco meno di una ventina di volte e alcuni altri dalle quattro alle sei volte. Enrico Crispolti ci ha già fatto su uno studio sugli inviti a ripetizione. Alcuni poi di questi, quando non sono invitati, hanno anche il coraggio di protestare. (…)

Enrico Baj, Le feld-maréchal Gustave de Brahé et le duc de Hamilton, 1965 – courtesy Fondazione Marconi
Personalmente non ho avuto molto a che fare con la Biennale di Venezia. Nonostante per quasi mezzo secolo abbia avuto mostre in Italia e all’estero suscitando molte critiche e molti interessi e l’adesione di grandi personaggi, da Duchamp a Breton a Man Ray, ho rimediato solo un invito per una personale nel 1964. Fui presentato in catalogo da Raymond Queneau. Ungaretti era entusiasta della mia sala piena di bandiere e parate militari. Grazie a Ungaretti incontrai Ezra Pound. In quel fatidico giugno del 1964 assistetti alla presa del potere da parte dei “marines” americani che, capeggiati da Robert Rauschenberg, sbarcarono a Venezia, occuparono i Giardini, portarono via premi e quant’altro, traslocarono il centro dell’arte da Parigi a New York e iniziarono subito la scalata alle vette di Christie’s e Sotheby’s. Avevo assistito a tutto questo e, se non mi vollero più alla Biennale, avevano anche alcune comprensibili ragioni.
Infatti le mie opere vennero censurate mediante l’applicazione di cerotti neri a croce (a mo’ di svastica) sulle medaglie dei “generali” e sulle tette di alcune signorine figuranti realisticamente in alcune mie opere mentre venivano stuprate da alcuni ufficiali dell’esercito austro-ungarico. Si temeva l’ira degli ufficiali presenti in laguna e quella del Patriarca di Venezia e futuro Papa Roncalli.
Conseguentemente quell’anno, grazie alla mia presenza, il premio di pittura per gli italiani venne abolito: al suo posto si fecero due primi premi di scultura. Su circa sette scultori presenti, due (Andrea Cascella e Arnaldo Pomodoro) ebbero il gran riconoscimento. Che favola, ragazzi! Tutto ok. No problems! Potete controllare all’archivio della Biennale di Venezia: e poi, soddisfatti o rimborsati! L’arte moderna, dall’impressionismo in poi, è poco compatibile con le strutture dell’amministrazione pubblica. (…)
Enrico Baj
sulla Biennale di Venezia

rivista d’arte Nuova Meta
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Nuova Meta numero cinque del 1995, rivista diretta da Claudio Cerritelli, come molti altri numeri della rivista, sono conservati – per la consultazione – anche a Spazio Tadini, associazione diretta da Francesco Tadini e Melina Scalise. L’indirizzo è via Jommelli 24, Milano. La biblioteca – di Emilio Tadini, che qui scriveva e dipingeva – dispone di migliaia di volumi e riviste d’arte.