Cesare Peverelli: l’artista visto da Georges Limbour

Cesare Peverelli

Cesare Peverelli, dettaglio dall’opera”Alberi e altre storie”, 1972

Arte contemporanea / documenti Cesare Peverelli (Milano, 1922 – Parigi, marzo 2000): l’artista visto da Georges Limbour. (…) E se non sono amiche della luce, che uccide. Anche, appena le si è spogliate fino alla loro orribile nudità, le nascondiamo, cadaveri provvisori, nel suono. In modo che la metamorfosi di una crisalide – se lasciamo da parte i metodi scientifici di osservazione – non può essere che uno spettacolo immaginario.
Ogni bozzolo diventa il piccolo teatro di un incantesimo: lo schiudersi, il passaggio trionfale dall’oscurità alla luce. Ed è questo spettacolo naturale al quale non possiamo assistere che ci propone Cesare Peverelli, regista della natura: un balletto di luci e di trasparenze. Dunque benché le forme, nel tentativo di comporsi, non abbiano ancora veramente preso corpo, esse non sono che incerte apparenze, speranze di danzatrici. Il loro viso, il loro busto intravisto non hanno che una sostanza di luce. Sono fatte della luce che esse stesse irradiano e questo irraggiamento può assumere l’aspetto di ali. Lo spazio in cui esse si manifestano non è una scena chiusa, ma aperta, senza limiti, perché la luce non è mai prigioniera ma si diffonde all’infinito.
Tutto scintilla, ma come in segreto, dolcissima temperatura, senza ardore né bruciore solare.
A volte il campo d’estasi è blu e mima stranamente nel momento in cui l’essere si anima e si slancia verso il calore ed il fuoco della vita futura, verso la trasparenza dei ghiacciai. I fuochi che queste danzatrici irradiano e che le compongono sono della natura magica delle candele che nei giorni di festa i bambini accendono e che proiettano bouquets di scintille inoffensive agli occhi e al viso. Sono filamenti aracnei velati di biancore; esse attraversando campi di vivi chiari lampi, di striature, di piccole esplosioni, fra rampe e piogge di perle, come illuminate in un lampadario di Boemia di cui Cesare ha tagliato i cristalli (…)

Georges Limbour

su Cesare Peverelli

dal catalogo della grande mostra e premio d’arte della Biennale Internazionale di pittura, scultura e grafica del 4° Morgan’s Paint di Ravenna. Anno 1972.

Spazio Tadini

Spazio Tadini – milano-in-arte-1945-2015

Peverelli è stato esposto nel giugno 2014 alla Casa Museo Spazio Tadini di via Jommelli 24 in occasione della grande mostra Expo Milano in Arte 1945 – 2015 – Seconda Tappa: 1956 / 1967. Gli artisti in mostra – curata da Francesco Tadini, Anna Daelli e Melina Scalise –  erano Lucio Fontana, Ennio Morlotti, Enrico Baj, Gianni Dova, Valerio Adami, Lucio Del Pezzo, Emilio Tadini, Ercole Pignatelli, Mimmo Rotella, Alik Cavaliere, Roberto Crippa, Alfredo Chighine, Bepi Romagnoni, Gianfranco Pardi, Mino Ceretti, Emilio Scanavino, Guy Harloff, Renato Volpini, Cesare Peverelli, Aldo Bergolli, Giò Pomodoro, Sergio Dangelo, Aldo Mondino, Rodolfo Aricò, Philip Martin, Edoardo Franceschini, Mario Raciti, Claude Viseux, Cesare Peverelli, Carlo Ramous, Gianni Bertini, Gianfranco Ferroni, Arturo Vermi, Antonio Recalcati, Carmelo Cappello, Giancarlo Ossola, Remo Bianco, Claudio Olivieri, Valentino Vago, Rosanna Forino, Ludovico Calchi Novati, Gustavo Bonora, Mario De Leo.

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Francesco Tadini

Francesco Tadini è fondatore e direttore artistico di Spazio Tadini in via Jommelli 24 a Milano. Casa Museo e archivio delle opere di Emilio Tadini, sede di mostre ed eventi. Location.

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