Emilio Tadini: mostra Viaggio in Italia – Studio Marconi, Milano, 1971

Emilio Tadini, L’uomo dell’organizzazione – Weekend al parco, 1968,162×130
Emilio Tadini: mostra Viaggio in Italia – Studio Marconi, Milano, 1971. In occasione della grande mostra curata da Francesco Tadini e Melina Scalise alla Casa Museo Spazio Tadini dal 23 febbraio al 18 marzo 2018 – parallela alla mostra fotografica organizzata in collaborazione con PhotoMilano club fotografico milanese – proponiamo i testi che hanno accompagnato anche i cataloghi delle mostre precedenti.
I. Il simbolo non è qualcosa come un sinonimo più complicato, e insieme esteticamente più apprezzabile, della pura e semplice cosa simboleggiata – con la complicazione pagata come prezzo di quell'”in più” che sarebbe il valore estetico. Il simbolo può consentire di arrivare a ciò che ancora non si conosce (e che esiste).
II. Lavorare a una figurazione non può risolversi nella traduzione letterale di un pensiero già conosciuto. (Se fosse già conosciuto vuol dire che sarebbe già espresso. In quale linguaggio?)
III. Quello che si vuole dire (che si è coscienti di voler dire) non è tutto quello che si avrebbe da dire anche quando si cerca di fare un quadro. Il corpo della figurazione diventa il luogo in cui questo altro testo possibile può essere letteralmente sperimentato.
(Vedere non come il contenuto diventa forma, ma come la forma diventa contenuto.)
IV. Cercare di considerare il modo in cui – in quella specie di sperimentazione espressiva – la forma figurale tende a stabilirsi, è certo più interessante che rassegnarsi ad assistere al solito spettacolo del “creatore” in azione: pronto a passare tutto intero, virtuosisticamente e senza imbarazzo – senza pudore – dal mondo delle forme a quello dei concetti (e viceversa naturalmente).

Emilio Tadini, Black Time n. 1, 1969, 92×73 cm
V. Mi sembra che nel lavoro del figurare si possano trovare molte analogie con quello che è il lavoro del sogno. È chiaro che non c’è proprio niente di sognante in tutto questo.
VI. Non si tratta di una analogia fra pittura e sogno per quanto riguarda il tipo delle immagini. (Questa specie di analogia è stata coltivata con tanta applicazione da certo surrealismo che si è finito per mettere insieme un armamentario di “mostruosità oniriche” del tutto fittizie e convenzionali.) -Si tratta di una analogia di funzionamento.
VII. Il sesto capitolo della Interpretazione dei sogni è intitolato II lavoro onirico. L’uso della parola “lavorò” è carico di significato: è rivelatorio. Freud non si propone di decifrare un cifrario, ma di analizzare un processo in atto. Non vuole compilare un dizionario: vuole piuttosto elaborare una sintassi.
VIII. Freud: nel lavoro del sogno “la quota di condensazione è… – a stretto rigore – indeterminabile”.
Tanto è intenso questo processo di condensazione che una interpretazione del sogno anche soddisfacente non può escluderne (ancora) un’altra.
(Molte volte sembra quasi direttamente proporzionale il rapporto che intercorre in una figurazione tra l’intensità della condensazione e la capacità delle immagini di espandersi in relazioni.)
IX – Freud: “… il materiale onirico, spogliato in buona parte delle sue relazioni, soggiace a una compressione, mentre, nello stesso tempo, spostamenti di intensità fra i suoi elementi vi inducono un mutamento di valore psichico.” “Lo spostamento avviene di regola nel senso che una espressione incolore e astratta del pensiero onirico viene scambiata con un’altra, plastica e concreta… Per il sogno ciò che è plastico è rappresentabile, si può inserire in una situazione.”
“in ogni lingua i termini concreti, in seguito alla loro evoluzione, sono più ricchi di relazioni dei termini concettuali.”
(È per questa ragione che i sogni si manifestano in figure.)
X – Freud: “Il sogno riproduce un nesso logico come simultaneità.” “Ogni volta che mostra due elementi uno accanto all’altro, garantisce l’esistenza di un rapporto singolarmente intimo tra i loro corrispettivi nel pensiero del sogno.” (Nella pura e semplice distanza materiale tra due elementi di una figurazione può costituirsi una complessa carica di significati.)
XI – Freud insiste sul principio di “sovradeterminazione” del contenuto onirico. È come se un elemento fosse dotato di varie cariche significative per il fatto di appartenere a vari sistemi, di partecipare a varie situazioni. E la verità e il significato di quell’elemento in un dato contesto sono intensificati e alterati dal richiamo alla sua verità e al suo significato in altri contesti. L’eco si fa sentire contemporaneamente e di continuo da molte direzioni. La sostanza oggettiva ne è moltiplicata.
(Il modo peggiore per risolvere una crisi di identificazione è identificarsi.)
XII – Freud: “Il principio della sovradeterminazione afferma che non può esserci una sola ‘vera’ interpretazione di un simbolo o di un sintomo: impedisce la mentalità letterale.”
(Non è che il testo si carichi di note. Sono le note che perdono il loro carattere di elemento aggiunto, quasi superfluo, e entrano a far parte del sistema stesso del testo. Potremmo dire che prendono posto nel vuoto spaziale prodotto dalla condensazione.)
XIII – Freud: “La forma del sogno o del sognare viene usata con frequenza addirittura sor prendente per rappresentare il contenuto celato.” Non le particolari immagini del sogno, non gli episodi: la forma stessa del sogno.
XIV Il lavoro del figurare segue una direzione: quella ostinatamente indicata dalla funzione rappresentativa.
Emilio Tadini

Emilio Tadini, Corlor & Co, 1969, 200×240 cm
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Il ‘900 di Emilio Tadini
mostra a cura di Francesco Tadini e Melina Scalise
antologica e mostra fotografica
Dal 23 febbraio al 18 marzo 2018, con apertura al pubblico venerdì 23 febbraio dalle ore 18:30 alle 21:00 a Spazio Tadini – in via Jommelli 24 – per “Il ‘900 di Emilio Tadini” una grande mostra antologica di pittura e, contestualmente, un inedito racconto per immagini del percorso dell’artista – sia pittorico che letterario e giornalistico – con la partecipazione di grandi maestri della fotografia italiana e di 77 fotografi di PhotoMilano club fotografico milanese. All’interno della rassegna Novecento Italiano organizzata dal Comune di Milano per porre l’attenzione sui processi storici, culturali e artistici del secolo appena trascorso, non poteva mancare un approfondimento su uno degli autori milanesi più eclettici della cultura italiana del Novecento: Emilio Tadini. Si ringrazia inoltre Municipio 3 di Milano per il patrocinio e il contributo nella divulgazione della mostra.
Un percorso costellato da momenti di riflessione sulla sua visione dell’arte nel 900 e sulla sua ricerca filosofica con contributi fotografici di grandi fotografi italiani contemporanei – come Maria Mulas, Graziano Perotti, Francesco Cito e Joe Oppedisano – e da una selezione di aderenti al gruppo PhotoMilano che hanno dato corpo a un lavoro di ricerca sia sulla dimensione pittorica che su quella letteraria e giornalistica di Emilio Tadini. – sito web: https://photomilano.org/
I fotografi di PhotoMilano sono:
Diego Bardone, Francesco Falciola, Cesare Augello, Elisabetta Gatti Biggi, Luigi Alloni, Giovanni Paolini, Walter Ciceri, Gian Paolo Grignani, Alberto Scibona, Gianfranco Bellini, Laura Caligiuri, Francesca Giraudi, Giovanni Gianfranco Candida, Domenico Sestito, Fabio Zavattieri, Andrea Rossato, Francesco Summo, Adele Caracausi, Daniela Loconte, Alberto Grifantini, Michele Salvezza, Alessandra Antonini, Francesca Gernetti, Franco De Luca, Tiziana Granata, Rodolfo Cammarata, Giuseppe Di Terlizzi, Elvira Pavesi, Rosario Mignemi, Corrado Formenti, Armando Melocchi, Anna Limosani, Giovanna Paolillo, Maria Luisa Paolillo, Angelica Mereu, Cinzia Beatrice Stecca, Roberto Ramirez, Federica Tamagnini, Cristina Risciglione, Renato Corpaci, Matteo Garzonio, Romina Pilotti, Silvia Questore, Roberto Longoni, Fabio Natta, Antonella Fiocchi, Stefano Barattini, Luca Barovier, Michele De Fusco, Fabio Bonfanti, Maria Grazia Scarpetta, Marvi Hetzer, Walter Turcato, Claudio Stefanoni, Magda Chiarelli, Mimma Livini, Cristiano Vassalli, Roberto Crepaldi, Marisa di Brindisi, Marco Simontacchi, Claudio Manenti, Nerella Buggio, Giuliano Leone, Paola Fortunato, Lorena Tortora, Roberto Manfredi, Maria Cristina Pasotti, Bruno Panieri, Marina Labagnara, Antonia Rana, Alberto Chignoli, Andrea Fraccaro, Emanuele Cortellezzi, Daniele Rossi, Maurizio Buttazzo.
A tale gruppo si aggiunge, con alcuni suoi disegni, l’artista Eleonora Prado.
Emilio Tadini mostra Milano 2018