Spazio Tadini: chi porta lo spettacolo de Il supermaschio di Alfred Jarry a Milano?

A Spazio Tadini le prove di un nuovo spettacolo teatrale da Il Supermaschio di Alfred Jarry?
Spazio Tadini, Milano: chi ci porta lo spettacolo de Il supermaschio di Alfred Jarry? Il titolo originale di uno degli ultimi testi – pubblicato nel 1902 – di Jarry (1873-1907), geniale inventore di Ubu re, è Le Surmâle, roman moderne. Umorismo, grottesco e un senso osceno di marca surrealista – quasi fantascientifico! – si fondono nelle pagine del supermaschio. Racconta di come, nel suo castello, a pochi chilometri da Parigi, un giovane e splendido signore, André Marcueil, ha riunito nel 1920 (come l’autore immagina per i trionfi della tecnica) alcuni suoi amici: tra nobili e scienziati, inventori, medici e studiosi di scienze umane egli mostra la vivacità del suo spirito, sempre curioso di nuove realizzazioni e nello stesso tempo lontano da ogni vero attaccamento alla vita.

Alfred Jarry
L’argomento che più interessa Andrea è appunto dimostrare che l’amore, il sesso, è un atto non così rilevante – “L’amore è un atto di nessuna importanza, dal momento che si può ripeterlo all’infinito” – e che, con un atto di pura volontà, si poteva superare quell’”indiano” che, secondo una citazione di Rabelais e di altri autori antichi, era stato di eccezionale gagliardia e produttività amatoria. Dopo varie discussioni, in cui la terribile esuberanza fisica del giovane sfida le comuni opinioni intorno alle possibilità erotiche dell’uomo, Andrea invita gli ospiti ad assistere alla prova d’un nuovo “indiano”.
Anche André Marcueil, sempre sotto la frenesia della sua scommessa, è prostrato dall’eccezionale fatica: l’americano cerca di ispirargli amore per la figlia con una macchina di sua invenzione, ma tanto è eccitato il prodigioso supermaschio, che di sé innamora la stessa macchina e anziché essere colpito dalla corrente eccita e genera egli stesso nuova corrente, finché in una congestione finale nel tentativo di fuggire è colpito dalla morte.Il libro estrosamente ricalcato su una fantasia bizzarra e fantomatica rappresenta un tentativo di narrazione tra scientifica e fiabesca, e per le sue possibilità artistiche in un’ironia continua e meravigliosa sembra stare tra I’Eva futura di Auguste de Villiers de L’Isle-Adam (L’Ève future, 1886) e il dramma satirico Re Baldoria (Roi Bombance) di Marinetti: ma, accanto al sarcasmo contro la società moderna fatta di finzioni e di frasi fatte, molte pagine mostrano il gioco di una invenzione e la disinvoltura d’un personaggio condotto con ragionamenti cerebrali a veri atti pazzeschi e surreali. Sarebbe da riproporre a teatro a Milano! C’è qualche super-regista (con tanto di super-compagnia teatrale) che vuole farsene carico?